Venerdì 13

Ci sono cose che non ti abbandonano mai in una giornata No, in particolar modo in una giornata NO targata venerdì 13.
Il mignolo che ha una relazione extraconiugale con l’angolo del comodino, le calze una blu e una nera che vorrei avere lo strumento “contagocce” di photoshop per distinguerle, le mutande con l’elastico slabbrato che a forza di tirarle arrivano a salutare le ascelle, lo scolapiatti che tenta di ucciderti facendo cadere il servizio made in IKEA su quello che rimane della mia testa, il latte non si sa perché si riscalda più del solito e tanta di fare con le tue papille gustative quello che il Vesuvio ha fatto con Pompei e in fine il caffè non vuole uscire.
Fossi in lui non uscirei neanche io.
Di per certo metterò il piede su una merda e dato che piove farò anche il bagno in una pozzanghera ma afferro ombrello e ottimismo e mi dirigo a fare provviste.
Sono 3 le cose che mi aspettano al supermercato:
-La monetina per prendere il carrello puntualmente non ce l’ho (che poi sta storia della monetina,ne vogliamo parlare?)
-Dovrò fare una fila immane al banco salumi.
-Dovrò fare una fila immane alla cassa (e di questo ho già discusso qui)

Nella mia mente oltre ad alcuni misteri inspiegabili del tipo Come mai Giacobbo conduce un programma sulla Rai e io invece sono
seduta sul divano oppure Cosa è Flavia Vento?E’ nata prima lei o la gallina? un altro dubbio si fa largo in me e continuo a domandarmi come sia possibile che il tempo a ME necessario per ordinare due etti di prosciutto si aggira intorno ai 2 minuti mentre alcuni sono capaci di metterci anche mezz’ora?E come mai questi alcuni sono sempre quelli che mi precedono?
Il mistero oggi è presto risolto.
Ci sono degli splendidi individui che credono che il luogo dove occorre far la spesa sia invece un luogo per passare il tempo, stringere amicizie, raccontare la propria vita correlata anche ai miracoli svolti dopo la fine di essa.Questi splendidi individui io li compatisco e allo stesso tempo odio.
Li compatisco allorquando mi seguono li odio quando tolgono a me minuti della mia vita che nessuno mi darà mai indietro.
La signora di quest’oggi la chiamerò Cappio di perle.
E’ quella classica signora che tutti abbiamo incontrato almeno una volta nella vita, quella che va a fare la spesa con la collana di perle (molto probabilmente VERE, regalata dalla nonna che …..racconterà la sua storia alla commessa che intanto sistema fagioli in scatola sullo scaffale) e la spilla in oro massiccio a forma di fiocco tempestato di pietre preziose che campeggia sul capotto color cammello e ne provoca un certo ribassamento dato il peso del gioiello (e poi ti lamenti se ti scippano?).
Cappio di perle ha il numero 89.
Serviamo il numero 89
Cappio di perle ” e no signorina io ho il 68,c’ero prima io!!”
Commessa “signora giri il numero…”

Cappio di perle ” ah mi scusi sa,non ho gli occhiali”

Qui non è un problema di occhiali ma un problema di testa.

Commessa “mi dica pure”
Cappio di perle ” Senta signorina, mi serve un po’ di prosciutto crudo.”
Commessa ” Quale le do?”
IO – ma dalle uno qualsiasi no, ti scavi la fossa da sola.-
Cappio di perle ” Senta quello lì in alto qual è? “
Commessa ” Quale questo? “
Cappio di perle ” No quello più a destra.”
Commessa ” Questo? “
Cappio di perle ” No quello un po’ più giù “

Ha i baffi? Porta gli occhiali? Indovina chi!

Commessa ” Questo in offerta?”
Cappio di perle ” E siiiiii. Senta signorina com’è? E’ salato? E’ buono?

Ma è un prosciutto CRUDO per tanto è SALATO! E poi cosa deve dirle quella poveretta? <No signora fa schifo non lo prenda!?>

Commessa ” E’ buono signora, quanto ne faccio? “
Cappio di perle ” Ne fai 3 etti”

Mentre la commessa affetta io in tutte le lingue del mondo prego le dee del salamino che quella sia l’unica cosa da prendere.Sono passati già 15 minuti.
Commessa ” Altro?”
Le mie orecchie credono di udire un No, basta così ma…
Cappio di perle ” Senta mi da un etto di ricotta
Commessa ” Questa?”
Cappio di perle ” Senta signorina è fresca? E’ di mucca? E’ soffice?

No non è fresca, è rancida sono circa 7 giorni che l’abbiamo qua, è fatta con latte di topo ed è dura come una pietra. Ma caspita è una ricotta come vuoi che sia?-

Commessa (che sta per avviare il processo di beatificazione a se stessa) “Si signora, ottima!” ne prende un pezzo e lo mette via ” ha bisogno di altro?”
Cappio di perle ” No, va bene così”

Le cellule del mio corpo volteggiano e i capelli si alzano come ultras al gol della loro squadra.Impiego circa il tempo di un cambio gomme di Schumacher ai tempi d’oro per ordinare quello che mi occorre e scappo via,  non vorrei mai ritrovare Cappio di perle alla fila della cassa!

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