Porto gli occhiali.
Da molto più della metà degli anni che ho.
Godo nel poggiare il dito sulla gobba del naso e tirarli su con un colpetto.
Sono così dipendente dall’averli che ho sviluppato un anticorpo per il primo strato di zozzeria che si forma sulla lente anche solo dopo pochi secondi di pulizia: sapete quella polvere che si attacca proprio in direzione della pupilla e fa diventare un granello di polvere grosso come un grizzly? Io non la vedo più oramai.
I primi mesi una dannazione, sempre lì ad alitare, soffiare e studiare il tipo di stoffa delle magliette di amici e compagni più adatta a strofinarli senza lasciare delle autostrade nel mio campo visivo (quelli che stanno leggendo queste righe muniti di occhiali saranno giunti anche loro alla conclusione che, ove non fosse disponibile la pezza adatta, il ripiego migliore sono le magliette di cotone preferibilmente non elasticizzate).
Ma il mondo non è dei miopi.
Nemmeno degli astigmatici.
A quelli che lo sono entrambe (come me) consiglio di munirsi di tanta SantaPazienza, in vendita nei migliori negozi di giocattoli in confezioni da 5.
Ironia della sorte, molte delle attività che necessitano di 1010 per essere eseguite nel migliore dei modi, non permettono di portare gli occhiali.
E le donne in questo caso sono maggiormente punite:
–Comprare un nuovo paio di occhiali:
Si scelgono i nuovi occhiali. Si tolgono i vecchi. Si indossano i nuovi. E una volta davanti allo specchio non si vede nulla.
Come diavolo faccio a scegliere degli occhiali se non vedo la mia figura riflessa?
Misteri della fede.
Attendiamo che personalità di spicco come Giacobbo ci regalino una soluzione.
–Farsi le sopracciglia.
Spiegazione quasi identica a quella di prima.
–Scolare la pasta.
Chiedo ai grandi chef occhialimuniti (Barbieri te ce li hai gli occhiali no?) se anche loro provano un attimo di smarrimento nel momento in cui si versa la pasta nel colapasta e una nube impedisce la corretta visuale del resto dell’operazione.
A questa aggiungo anche rimestare il ragù.
-Sempre in tema cucina: Assicurarsi che l’arrosto non bruci. Attimi di misticismo seguono l’apertura dello sportello del forno.
–Scompensi termici che fanno prendere palimuriqualsiasicosa in faccia.
Freddo fuori. Caldo dentro. Si entra in un locale e improvvisamente si cammina alla cieca nella nebbia.
Si può eventualmente togliere l’occhiale e comunque proseguire alla cieca o attendere che l’appannamento si ritiri perdendo così attimi importanti della propria vita.
–Fare qualsiasi cosa sotto la doccia che comporti l’utilizzo della vista.
Depilarsi sotto la doccia.NO
Pettinarsi sotto la doccia.NO
Ricordare precisamente colori e sembianze di ogni sapone presente, rischio di ammorbidire la folta peluria delle parti intime scambiando il detergente intimo per il balsamo. CONSIGLIATO
In ultimo:
-Andare al cinema per vedere un bellissimo film thriller e uscire convinta di aver visto un sequel de “Gli acchiappa fantasmi” perché una gran parte dei protagonisti è stata sostituita da una caccola di mio figlio che ha campeggiato sulle lenti sembrando Slimer . FATTO.
Sostenete anche voi la campagna di sensibilizzazione #vedochiaroalcinema utilizzando l’hashtag o inviando un sms con scritto “Salviettine vedochiaro SI” al 45504. Un miope vi ringrazierà.