Gli adulti sono bravi.
A complicare le cose.
E me ne tiro fuori, forse non sono ancora adulta dato che le cose mi piace semplificarle.
Mi piace mangiare un panino con la Nutella perché è buono, senza tener conto delle calorie.
Mi piace desiderare degli anelli di cipolla fritti alle 4 di pomeriggio e non dover pensare che magari poi potrei uccidere un uomo alitandogli in faccia.
Mi piacciono anche i cetriolini ad ogni ora della giornata.
E arrotolarmi la ciocca di capelli davanti l’orecchio.
E accorgermi di perdermi in una finestra.
Mio figlio è semplice.
Talmente semplice che ha un modo di dire tutto suo che migliora di gran lunga l’esprimersi.
-Mamma io mi timido-
-Gio’ si dice sono timido-
-No mamma è che io mi timido nel senso che mi sto timidando ora, non che sono timido sempre-
Effettivamente a questa grave lacuna della lingua italiana non avevo mai pensato.
Voce del verbo TIMIDARE.
Ha senso compiuto e non è neanche sostituibile.
Come si potrebbe dire?
Mi sto intimidendo?
Non è forse più semplice il “mi timido” di mio figlio?