Ah l’estate:
il mare, il sole, le grigliate all’aperto, le nuotate nelle acque cristalline e…l’umidita, il caldo torrido, le ustioni, le zanzare inferocite, la colonna in autostrada e da non dimenticare gli anticicloni!
Gli anticicloni di quest’anno sono stati i miei migliori amici, non mi hanno mai abbandonato ne quando ho traslocato, ne quando ho tinteggiato casa, ne quando ho montato ogni singolo mobile; loro sono così, si affezionano e poi con questi nomi simpatici che gli affibbiano fanno ancora più tenerezza : Caligola, Caronte, Lucifero.Il prossimo si chiamerà LiMortacciTUa (e di tua nonna).
Ora una donna con un bambino inesauribile cosa può fare?
Ovviamente scappa al mare.
Ed è qui che viene il bello.
Il mare, un’ arma di distruzione di massa, che fortunatamente io mi ritrovo ad uno schioppo da casa altrimenti fare volentieri a meno di tuffarmi in una folla pericolosa, sudata ed isterica nel pieno di Agosto.
Ma tu hai un figlio e lo fai per lui…o meglio lo fai per non sentire più tua madre e tua suocera che ostinatamente ripetono senza freno alla lingua che ” Il mare fa bene e poi l’inverno non si ammala”.
Lo ripetono come fosse il terzo principio della termodinamica, NON SI SBAGLIA.
Sarà per questo che mio figlio lo scorso
anno nonostante abbia passato l’intera estate sulla cresta dell’onda si sia ricordato di ammalarsi durante Capodanno, La Befana e TUTTI i rimanenti giorni FESTIVI.
Vaglielo a spiegare alle nonne che tanto avranno un principio per la febbre nei giorni di festa; è il principio del COLPO D’ARIA valido per grandi e piccini.
Io me li vedo i microbi che aleggiano nella folata di vento e si attaccano alla faringe alle orecchie al culo e ti fanno venire nell’ordine preciso: mal di gola, otite e CAGHETTA A SPRUZZO (meglio conosciuta come squerez).
Detto questo, nonostante tutto, tu cedi alla spiegazione de “il mare fa bene” e con una serie di bagagli contenenti delfini gonfibili, coccodrilli, dinosauri dell’era giurassica, barbapapà, aquiloni e i classici secchiello paletta rastrello ti dirigi verso la mischia.
Ora dopo aver buttato i soldi in un ombrellone visto 6 volte nell’intera stagione estiva, quest’anno ho optato per “il fai da me alla spiaggia pubblica” e tutti i fattori che mi avevano spinto ad affittare l’ombrellone lo scorso anno sono magicamente tornati prepotentemente nella testa e continuavo a domandarmi il perchè di quella scelta.
La spiaggia pubblica…ahahah…
Che non è la spiaggia il problema ma il pubblico.
Arrivati presto in spiaggia (che vuoi andarci alle 10 che poi il sole al bambino fa male? Mai sia!) Nemmeno il gabbiano che ha fatto la note in bianco ti aspetta sulla battigia. Sei solo, solo io e quei granelli amorevoli di sabbia che si infilano ovunque e ritrovi anche a Natale sul pavimento di casa.
Scegli un posto adatto a tenere sotto stretto controllo il pargolo e sistemi le tue due cose e le sue 5000.
Il piccolo prende posto in riva dove lo tirerai fuori come una carpa all’amo di Sampei solo nel momento in cui hai deciso di tornare a casa e fin qui tutto bene.
Ed eccoli arrivare un po’ per volta i TIPI DA SPIAGGIA:
La SINGLE che sceglie un orario piuttosto mattiniero, prende posto in disparte, indossa occhiali da sole e cappello a tesa larga e cosparsa di ettolitri di abbronzante passa l’intera giornata a parlare del tipo della scorsa notte al telefono con la sua migliore amica che lavora al bar della discoteca più IN del momento.
La FAMIGGHIA composta all’incirca da 5060 persone di ampia stazza con 6 ombrelloni al seguito che verranno prepotentemente conficcati nel raggio del tuo piccolo e solo ombrellino che sfigura accanto ai loro. A volte si presentano con una lettera di sfratto immediato e ti costringono ad abbandonare il forte, viceversa se ciò non accade piantano l’ombrellone nel bagnasciuga e nel momento in cui la marea salirà vedranno i loro asciugamani trasportati dalla corrente e si chiederanno come sia potuto accadere.Hanno solitamente nomi improbabili come Piergennaroaurelio, AnDonio, Gertrude, Assuntamariaconcettaddolorata. Presente sempre la MATRIARCA che non fa altro che chiedere agli altri 59 componenti se hanno fame: “Vuoi la peperonata? le melanzane? NO!? Ma non hai fatto colazione!Mangia un po’ di frittata a mamma dai! Vuoi il melone rosso (dicasi cocomero)?Un po’ di maccheroni?” e via così per l’intero soggiorno.Una delizia…che poi un po’ di languorino viene, ammettiamolo!
La MADRE ISTERICA (la mia preferita) ha al seguito una cosa come 67 bambini, tre dei quali suoi e i restanti sono cugini-nipoti-amici. Una tecnica suicida adottata da numerose mamme per mettere fine una volta per tutte allo strazio estivo.Peccato che la maggior parte delle volte il suicidio non vada a buon fine.
Lei prende posto sulla sdraietta in prima fila, i figli-nipoti-amici si fiondano in acqua cominciando ad affogarsi, lanciarsi sabbia, trattenere il respiro fino a morire e urlare.Lei in tutta risposta comincia a chiamare uno per uno i bambini (che hanno sempre nomi molto agevoli e brevi) Rosamaria, Pierluigi, Simonecostanzo senza ottenere il benchè minimo accenno dalle pesti.Lei nonostante la risposta nulla non accenna ad alzare il culo dalla sdraietta e ripete all’infinito i loro nomi alzando sempre più i toni fino a far implodere i gommoni a largo.Poi stremata decide di drizzarsi e portando le mani sui fianchi a mo’ di anfora inizia ad avvicinarsi al gruppetto infame…che percependo l’onda d’urto dello sguardo assassino torna all’ombrellone per fare la famosa merenda “NO io quello schifo non lo mangio”…
To be continued…